29 ottobre 1984 7a GIORNATA: domenica 28 ottobre 1984

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Intrepido Sport 29 ottobre 1984

7a GIORNATA: domenica 28 ottobre 1984. Torna il campionato che vede il Verona capolista opposto alla Fiorentina e il derby di Milano con le due compagini finalmente in posizioni di classifica consone alla loro storia.

Tabellino:

Atalanta – Napoli 1-0 32′ Soldà

Avellino – Udinese 4-110′ Carnevale (UD), 19′ Colombo, 39′ Colomba rig., 41′ Colombo, 84′ Vullo

Como – Ascoli 1-0 73′ Morbiducci

Juventus – Roma 1-1 19′ Briaschi (JU), 30′ Giannini

Lazio – Cremonese 2-1 51′ Viganò (CR), 56′ aut. Borin, 82′ D’Amico

Milan – Inter 2-110′ Altobelli (IN), 33′ Di Bartolomei, 63′ Hateley

Sampdoria – Torino 2-2 13′ Galbiati, 20′ Souness (SA), 28′ Junior, 90′ Francis (SA)

Verona – Fiorentina 2-1 25′ aut. Moz, 40′ Galderisi, 58′ Pecci (FI)

CLASSIFICA:Verona 12; Milan e Torino 10; Sampdoria 9; Fiorentina, Inter e Juventus 8; Atalanta, Avellino e Como 7; Roma 6; Lazio, Napoli e Udinese 5; Cremonese 3; Ascoli 2.

Lo stadio Bentegodi di Verona è teatro di un’altra performance da favola della Banda Bagnoli, autrice di un primo tempo da manuale concluso con un meritato doppio vantaggio. Un incredibile gol di Eraldo Pecci, scopertosi improvvisamente cannoniere, realizzato in apertura di ripresa direttamente da calcio d’angolo, riapre la contesa, ma il Verona, dopo alcuni minuti di sbandamento, riesce a riprendere in mano le redini dell’incontro, chiudendo la giornata con due punti di vantaggio sulle seconde. L’allungo è reso possibile grazie alla rete segnata al 90’ dal sampdoriano Trevor Francis che nega al Torino una vittoria ritenuta ormai certa e dal successo del Milan nel derby.Protagonista di un evento mancante ormai da quasi sei anni è il centr’avanti inglese Marc Hateley, un lungagnone pescato dalla serie B di Sua Maestà britannica. Giunto in Italia tra lo scetticismo generale, sulla scorta dei recenti fallimenti dei ben più noti Joe Jordan e Luther Blisset, con le sue 5 reti nelle prime sette giornate il giocatore si è imposto all’attenzione come uno dei grandi protagonisti della nuova serie A italiana, soprattutto dopo aver realizzato la rete decisiva con cui il Milan batte l’Inter nel derby. E’ stata una gara ricca di colpi di scena con i ner’azzurri in vantaggio dopo 10 minuti grazie ad Alessandro Altobelli. Poco dopo la mezz’ora Agostino Di Bartolomei, sempre più faro del centrocampo rossonero, assieme all’inglese Ray Wilkins, impatta l’incontro. A questo punto le due squadre danno vita ad una partita dai toni agonistici estremamente accesi, apparentemente orientata a concludersi con un giusto pareggio. Dopo 18 minuti della ripresa Pietro Paolo Virdis, a sua volta imbeccato da Franco Baresi con un grande lancio dalle retrovie, serve a centroarea un cross sul quale Hateley si avventa. Lo stacco, proprio sul dischetto del rigore, è fulmineo, tanto che Mark riesce ad anticipare nettamente Fulvio Collovati. Vano il tuffo di Zenga, mentre il pallone si insacca nell’angolino alto alla sinistra del portiere. Un prodigio entrato di diritto nella storia. L’inter prova a riequilibrare l’incontro, ma ci pensa un grandissimo Giuliano Terraneo, valoroso portiere acquistato in estate dal Torino, a conservare il vantaggio fino al 90’. L’entusiasmo in casa rosso-nera è indescrivibile: la brutta parentesi del calcio scommesse e della serie B inizia ad essere un ricordo sempre più lontano!A fine gara, tra l’entusiasmo dell’ambiente milanista, Hateley afferma:«Ho visto arrivare quel pallone, e mi sono buttato, saltando più in alto possibile. Pochi minuti dopo potevo segnare ancora, ma Zenga è stato bravissimo».Poi una sincera confessione rilasciata anni dopo:«Quando sono arrivato in Italia ero semisconosciuto. Le altre squadre prendevano Maradona, Platini, Zico e Socrates. Il Milan, che veniva da stagioni a dir poco infelici, puntava su di me. Roba da non credere».non Il calciatore, grazie a simili azioni di gioco, stimola le fantasie di molti addetti ai lavori. I paragoni con i grandi attaccanti del passato si sprecano: viene addirittura scomodato il mitico John Charles e Pierino Prati, un’ altra icona del calcio italiano. L’ex grande campione gallese della Juventus s’inchina di fronteal prodigio del suo giovane erede, «il diavolo inglese», come i giornali britannici definiscono Hateley:«Mark è un grande, davvero. E, un giorno, credetemi, la sua fama sorpasserà la mia. I difensori italiani sono bravi, ma contro i centravanti britannici come me e Hateley l’astuzia non basta. Con il suo talento sarebbe esploso anche in Inghilterra, ma al Milan ha trovato la via più breve per il successo».Fra i mille elogi dei vip presenti in tribuna d’ onore, spicca al momento quellodi Ugo Tognazzi, che definisce Hateley e Wilkins, con uno strano paragone gastronomico, come: «due rare e raffinatissime spezie inglesi in un piatto divino».Hateley ha infranto un tabù vecchio ormai di 28 anni secondo il quale la squadra che passava per prima in vantaggio usciva dal derby con almeno un punto all’attivo.Di quella gara ricorda anni dopo Mauro Tassotti:«Ma prima della gioia – ricorda ora il tecnico rossonero – arrivò lo stupore. Uno stacco incredibile, che dimostrò quanto Mark possedesse un tempismo e una forza davvero rari. Di tipo inglese, alla Charles o alla Jordan contro un difensore, Collovati, che non scherzava quando c’era da saltare a stretto contatto con l’avversario. Ho ancora negli occhi la meraviglia di tutti noi che gli stavamo intorno, gli applausi, l’entusiasmo, ma anche i complimenti sinceri che gli facemmo per un gesto atletico incredibile».Nella giornata passa in secondo piano lo scontro tra Juventus e Roma, abituale crocevia scudetto quest’anno al rango di classica tra decadute, che registra la prima rete in serie A del giovane Giuseppe Giannini, futuro uomo simbolo della Roma.

Esteban Aureliano Buendia-la poesia del calcio-gruppo facebook-

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi risiede. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.