Sinisa nel racconto della figlia Viktorija

“Per tutti è il «Sergente» Siniša Mihajlović ma per me è semplicemente l’uomo più straordinario che Dio potesse creare.
Il Sergente Siniša, già, quello che mi controllava a scuola, che si presentava a sorpresa dalla preside, che mi metteva in punizione d’estate e d’inverno.
L’ uomo che è cresciuto tirando calci a un pallone contro la serranda di un garage, mentre dal cielo, sopra casa sua, piovevano bombe.
Il bambino che godeva, al massimo, del lusso di una merendina alla banana. Il bambino che si è fatto uomo ed è diventato popolare in tutto il mondo per il

suo talento.
Semplicemente, il mio papà.
Ho sviscerato i miei ricordi. L’ ho rivisto quando, la sera, tornava a casa dopo una partita e non importava che avesse vinto o perso, lui sapeva che doveva staccare la testa e dedicarsi alla famiglia, così faceva il clown per me e mia sorella e si gettava a terra facendo le facce buffe per farci sorridere.
Ricordo che quando ero piccola e papà non era al lavoro, o in un’altra città (magari all’estero), perché impegnato con qualche squadra che allenava o in cui giocava, era lui a portarci a scuola.
Soprattutto il suo modo di svegliarmi la mattina.
Mentre mi rigiravo nel letto, sentivo il rumore dei
suoi passi.
Con dolcezza apriva la porta, si metteva seduto vicino a me sul letto e ripeteva: «Amore, svegliati,
dobbiamo andare a scuola».
Io emettevo un verso incomprensibile, una specie di mugugno di protesta, e lui iniziava a farmi il solletico.
Mi sollevava di peso, sebbene non fossi leggerissima. E a quel punto avveniva un miracolo. Quando avevo i capelli davanti agli occhi, papà mi faceva una treccia.
Il tutto per evitare che i capelli mi fossero d’intralcio mentre mi lavavo i denti.
Poi, altro colpo di scena. Siniša, il mio babbo, l’uomo che in campo non si è mai fatto sovrastare da nessuno, l’uomo che ha lottato contro la fame, la
guerra, la povertà, il dolore, la paura, la malattia, prendeva la spazzola e iniziava a pettinare i miei lunghi capelli neri.
Questo è mio padre.
Quel gesto per me era il gesto dell’amore mattutino…”
[Viktorija Mihajlovic]
Fonte: libro Sinisa, mio padre.

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi risiede. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.