Caniggia

“Lo spogliatoio della Roma era tosto. Fumavano tutti. Se qualcuno buttava un mozzicone a terra senza averlo spento, arrivava Caniggia, con uno dei suoi scatti, lo prendeva, faceva un ultimo tiro e commentava: «Ma che, lasci la parte migliore?». Quando Boškov entrava, muoveva le mani per scacciare la nuvola di fumo:
«Uh la la, uh la la, che nebbia! Questo non è spogliatoio, questo è fabbrica di sigaretta…».
Oggi sarebbe impensabile: un calciatore viene sputtanato sui social anche se fuma nel giorno libero fuori da un ristorante.

All’epoca andava di moda Versace, con i suoi colori forti e le camicie con i disegni: ho rifatto tutto il guardaroba col suo marchio.
Ero praticamente un manichino.
Caniggia invece era il più… minimal.
Si vestiva sempre allo stesso modo: scarpe bianche alte da ginnastica della Puma, jeans, calzini bianchi col lupetto della Roma, mutande bianche della Roma, maglietta bianca di cotone della Roma e giacca nera di pelle.
Quando veniva ad allenarsi si toglieva solo scarpe, pantaloni e giacca e teneva il resto. Infilava calzoncini e scarpini e andava in campo.
Finita la seduta, in due secondi faceva la doccia, poi si metteva calzini, mutande e maglietta puliti che non aveva indossato per l’allenamento e lasciava quelli sporchi con cui era venuto al campo.
Così tutti i giorni.
Noi non ci eravamo ancora neanche spogliati, che lui era già andato via con i capelli lunghi bagnati.
A Claudio interessava molto di più cosa c’era fuori da Trigoria… Era un argentino sveglio.”
[Sinisa Mihajlovic – autobiografia “La partita della vita”]
Buon compleanno Claudio Paul Caniggia… ❤️

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi risiede. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.