Douglas Maicon

“Di Douglas Maicon parlerei per ore. Quando ha lasciato l’Inter gli ho detto:
«Amico mio, sei il compagno che più mi ha ascoltato. Nella fossa del Camp Nou contro il Barcellona, davanti alle volate di Robben al Santiago Bernabeu, nelle tante battaglie di San Siro, la notte in cui ci ridussero in
nove con le espulsioni di Córdoba e Samuel, mentre il mister Mourinho faceva il gesto delle manette – “Ora arrestate anche me” – e il pubblico impazzito a sventolare la pañolada, fazzoletti bianchi agitati in segno di vergogna, mi hai sempre ascoltato, sempre. Partivi come un razzo per i tuoi blitz in attacco a segnare gol decisivi e io ti coprivo in difesa.

Se andavo io verso l’area avversaria, ero certo che tu fossi in linea a coprirmi.
Bastava un’occhiata.
Mai un disaccordo, sempre a ridere negli spogliatoi e a dare il cuore in campo.
Se penso a un calciatore che ho amato penso a te, Douglas Maicon, se penso a un esempio che indicherei ai giovani che debuttano nel
calcio sei tu, generoso, leale, allegro, un campione nello sport e nel carattere.
Non ti ho mai visto prenderti sul serio: le tue battute mi fanno ammazzare dalle risate, le facce che fai sia segnando un gol strepitoso, tre tocchi tutti al volo, sia quando la palla ti finisce invece in tribuna, indicano
sempre gioia di vivere».”
[Javier Zanetti]
Fonte: autobiografia Zanetti “Giocare da uomo”.

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi risiede. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.