[Javier Zanetti]

“Nel gennaio 2010 giochiamo contro il Siena, ultima giornata del girone di andata. La squadra toscana, 30 punti in classifica dietro di noi, la peggiore difesa contro il migliore attacco della Serie A, non si fa però intimidire dalla nostra fama, gestendo l’equilibrio fino al 2-2 e poi passando in vantaggio con Maccarone
al 65’.
A due minuti dalla fine restiamo ancora in svantaggio, e una sconfitta pesa, alla fine del campionato potrebbe costare lo scudetto.
Mourinho allora richiama Walter Samuel, il maestro del mate che i tifosi incoraggiano al grido di «The Wall», il Muro.
Walter lo guarda perplesso: «Io?».
Il gesto perentorio di Mou non lascia dubbi: «Sì, tu. Vai al centro. In area».
Walter, uno dei difensori centrali più forti della storia, lascia le retrovie, giocherà i pochi minuti rimasti e il recupero da centravanti centrale tra Pandev e Milito.
È ancora Wesley Sneijder a pareggiare, con una punizione delle sue all’88’, ma la corte alla fortuna non finisce lì. Perché Walter Samuel gioca la sua partita da vero centravanti, riceve al limite dal Drago Stanković, si allunga la palla sul sinistro e, come fosse Eto’o o Milito, segna.
Non ho mai più visto Samuel così emozionato, si leva la maglia, sfoggia nel gran freddo dell’inverno milanese una muscolatura da boxeur, sventola i
colori nerazzurri verso i tifosi.
Alzo gli occhi al tabellone di San Siro: il 93’, terzo minuto di recupero. Il mister indica la Curva Nord: «Per voi, per voi, ragazzi!».
In tanti libri, in tanti documentari, articoli e siti web si raccontano la genesi, la storia, le imprese dell’Inter di José Mourinho che vincerà il Triplete nel 2010, cercando il segreto di quella squadra invincibile.
Io c’ero e il segreto è non smettere mai di pensare. Mai.”
[Javier Zanetti]
Fonte: autobiografia “Giocare da uomo”

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi risiede. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.