Juan Sebastian Veron

“Verón era un calciatore eccellente, con una resistenza immensa.
Che giocatore! La sua intelligenza e il suo fisico erano di livello assoluto. Il problema era che non riuscivamo a trovargli una posizione.
Se lo facevamo giocare centrocampista centrale finiva a fare il trequartista, o si allargava a destra, o a sinistra; andava dov’era il pallone.
Fu sempre più difficile farlo coesistere con Scholes e Keane a centrocampo.
Nonostante le sue grandi prestazioni, Verón non poteva giocare con noi. Era un solista.

Era il tipo di giocatore che, in una partita di allenamento rossi contro gialli, giocava in tutte e due le squadre; semplicemente, giocava dappertutto, andava dove voleva. Avrei potuto allenarlo cent’anni senza riuscire a capire dove farlo giocare: era il fattore sorpresa, era il jolly.
C’erano momenti in cui ti faceva vedere le stelle: in una partita di precampionato dribblò un paio di uomini sulla linea di fondo e la mise in mezzo per van Nistelrooy, che segnò. Fece un passaggio di esterno a Beckham, ma senza effetto, con la palla che curvò, passando tra i difensori; Beckham la ricevette e superò il portiere con un pallonetto.
In certi momenti era sublime, e dal punto di vista del talento era indiscutibile: aveva due piedi buoni, correva, aveva un ottimo controllo di palla e grande visione di gioco.
Semplicemente non era adatto alla squadra. Il calcio inglese non era un problema per lui, era coraggioso, aveva le palle.”
[Sir Alex Ferguson].
Fonte: autobiografia “La mia vita”

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi risiede. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.