“Ho deciso di parlare per la prima volta dopo la morte di Gianluca Vialli. Fino ad ora non me la sono sentita, ma dopo giorni per me di lutto e di grandissimo dolore credo sia giusto rivivere insieme a voi i momenti belli che ho condiviso con lui.
Io credo che Gianluca sia stata una persona che mi ha insegnato tantissimo. È stato parte integrante della mia vita e nei momenti cruciali della mia carriera è stato determinante grazie ai suoi consigli.
Per farvi capire la grandezza di quest’uomo ho un aneddoto che risale alla stagione 85/86.
Lui era già un giocatore affermato che giocava in nazionale ed io invece ero in serie C2 nel Perugia e avevo 17 anni.
Un giorno la nazionale venne a giocare a Perugia al “Renato Curi” quindi io colsi l’occasione di andarlo a conoscere perché era sempre stato il mio idolo.
Mi sono umilmente presentato dicendogli che era il mio modello di giocatore, il mio idolo e dopo ci facemmo una foto.
Dopo averlo ringraziato, mi girai per andare via dallo spogliatoio perché lui doveva entrare in campo per fare l’allenamento. A quel punto lui mi chiamò e mi regalò un paio delle sue scarpe da gioco che io custodisco gelosamente nella mia bacheca ancora oggi, perché penso sia stato un gesto che in pochi sarebbero stati capaci di fare.
Sei anni dopo ci incontrammo di nuovo, questa volta però eravamo compagni di squadra alla Juventus.
Questo era Gianluca Vialli: una persona straordinaria che non diceva mai una parola fuori posto, una persona davvero educata (si commuove ndr).
Ci lascia davvero un grande vuoto, senza lui sarà dura andare avanti (piange ndr.) perché ci ha insegnato tanto, soprattutto a farci scivolare di dosso tutti gli elogi che abbiamo avuto in quel periodo ma, allo stesso tempo, tutte le critiche che arrivavano nei momenti difficili.
Vi ringrazio per avermi dato l’opportunità di parlare di Luca, ne avevo davvero voglia.”
[Fabrizio Ravanelli – durante la trasmissione “Speciale Serie A” in onda su Be.Pi TV]
Brividi… ❤️
Ravanelli racconta Vialli
