Ruud Gullit

“L’atmosfera negli spogliatoi durante l’intervallo dipende da com’è andato il primo tempo.
Lo stesso vale per le indicazioni dell’allenatore.
Ci sono tanti episodi leggendari su allenatori delusi che prendono a calci le porte, spaccano lettini da massaggio, scagliano tazze di tè all’altro capo della stanza e tentano altre vie assurde per svegliare i giocatori e scuoterli dalla loro inerzia.
Gli allenatori che fanno una sfuriata rischiano di mettere in discussione la loro permanenza in squadra. Il primo scoppio d’ira fa una certa impressione, ma presto l’effetto comincia a scemare. E poi gli allenatori che pestano i piedi sono un po’ ridicoli.

Quand’ero allenatore al Chelsea, una volta mi sono messo a leggere il giornale durante l’intervallo.
Era un incontro di Coppa d’Inghilterra contro il Liverpool nel 1997. Stavamo giocando da dilettanti e perdevamo 2-0.
Con la coda dell’occhio notai che i giocatori non sapevano dove guardare. Nessuno prendeva l’iniziativa e c’era un silenzio mortale.
Appena prima che suonasse la campanella che annunciava il secondo tempo, feci un piccolo aggiustamento tattico e dissi loro con calma: «Avete quarantacinque minuti per rimediare a questa pessima esibizione».
Lo stratagemma funzionò alla grande.
Dominammo completamente il Liverpool vincendo 4-2, e finimmo per aggiudicarci la Coppa d’Inghilterra, il primo trofeo della squadra da ventisei anni.
Non ho mai più letto il giornale durante l’intervallo.
Se vuoi motivare i tuoi giocatori, devi sorprenderli.”
[Ruud Gullit]
Fonte: libro “Non guardare la palla”

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi risiede. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.