[Sinisa Mihajlovic]

“Alla Sampdoria arriva Samuel Eto’o, giocatore meraviglioso, ma ormai sul viale del tramonto e per il quale devo studiare un nuovo ruolo tra le linee perché a fare l’attaccante-terzino come ai tempi del Triplete interista, nonostante la sua disponibilità, non ce la fa più.
A parte qualche uscita un po’ naïf di Eto’o – come quando mi chiese se un giovedì sera poteva portare tutta la squadra a sue spese a giocare al casinò a Montecarlo e io gli ho risposto se fosse pazzo – è stato stimolante averlo in squadra e un piacere allenarlo.

Il problema, più nostro che suo, è che con la Sampdoria non c’entrava niente.
Portava al polso orologi da trecentomila euro, aveva una macchina che non so neanche quanto costasse.
I compagni in allenamento evitavano anche di entrare su di lui per rispetto.
Le sedute avevano perso all’improvviso il venti per cento dell’intensità.
Samuel condizionava senza volerlo.
Una volta abbiamo anche discusso, perché dopo una prestazione negativa il lunedì avevo tolto il giorno libero alla squadra, lui è venuto al campo e ha detto che per lui era sacro e non si sarebbe allenato.
L’ho lasciato andare, poi il giorno dopo lo abbiamo convocato in sede: ha capito e chiesto scusa.
Ho un bel ricordo di Eto’o, l’ho avuto alla fine della carriera, ma è stato un giocatore enorme.”
[Sinisa Mihajlovic]
Fonte: autobiografia “La partita della vita”

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi risiede. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.