Marco Tardelli e Moana Pozzi

“Avevo incontrato Moana Pozzi in un ristorante a Roma dopo i Mondiali del 1982, quando non era ancora la Star del porno.
Illuminava la sala tanto era bella.
Sono andato al suo tavolo, mi sono presentato e abbiamo cominciato a sentirci al telefono. Era una donna intelligente e mi faceva ridere.
Abbiamo iniziato a vederci.
Moana è stata il sogno proibito di generazioni di italiani, e negli anni Ottanta le sue trasgressioni non erano solo pornografia. Ha rappresentato una sorta di rivoluzione sessuale.

Una volta ero in ritiro con la Nazionale ed eravamo d’accordo che lei prendesse una camera nello stesso albergo. Per raggiungerla senza che mi vedesse qualcuno, sono uscito sulla scala antincendio, ma non ho calcolato che la porta, una volta chiusa dall’esterno, non si apriva più.
Ho sceso i gradini, ma quando sono arrivato in fondo ho avuto una brutta sorpresa: c’era un cancello chiuso a chiave. Ero bloccato, non potevo uscire e non potevo rientrare.
L’unica soluzione era salire sul tetto. E così ho fatto. Alle 10 di sera mi sono arrampicato su per le scale.
In camera dormivo sempre da solo, ma quella volta, non so più per quale motivo, in stanza con me c’era Scirea.
Era estate e ricordavo di aver lasciato la finestra della camera aperta. Mi sono spalmato sul tetto, mi sono sporto e ho cominciato a urlare: «Gaetano, Gaetano». Lui è uscito sul terrazzo ma guardava verso la strada. Non capiva da dove venissero quelle grida. «Gaetano, sono sul tetto», e lui, con una faccia che non dimenticherò mai: «Ma che fai lì?».
«Sono rimasto chiuso fuori.»
«Sei proprio scemo» mi ha detto ed è venuto a salvarmi. Sono sgattaiolato dentro e ho raggiunto la camera di Moana.
Poi, un giorno, durante una telefonata Moana mi ha detto: «Ho tanti uomini che mi riempirebbero d’oro per stare al telefono con me». Forse cercava di farmi capire che voleva qualcosa di più, voleva l’amore, e quello, da parte mia, non c’era.
Io, con tutte le mie contraddizioni, amavo mia moglie Alessandra e allora abbiamo capito che era arrivato il momento di dirci addio.”
[Marco Tardelli]
Fonte: autobiografia “Tutto o niente”

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi risiede. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.