[Zlatan Ibrahimovic]

“Ricordo quando alla Juventus era arrivato Patrick Vieira, e posso dire che si sentì subito: era un tipo tosto, non a caso ci scontravamo spesso in allenamento.
Io non me la prendo con il più debole, ma con i duri rispondo testa a testa, e alla Juventus ero diventato peggio che mai.
Ero un guerriero.
Un giorno stavo correndo sul campo e Vieira aveva la palla.

«Passami quella cazzo di palla!» gridai.
Patrick Vieira era stato il capitano dell’Arsenal.
Con i Gunners aveva vinto tre titoli in Premier League ed era diventato campione del mondo e d’Europa con la Francia, quindi non era certo uno qualsiasi, ma io non mi facevo problemi a parlargli chiaro.
Me lo potevo permettere, voglio dire, eravamo tutti delle star, non aveva senso che ci leccassimo il culo a vicenda.
«Chiudi il becco e corri» mi gridò di rimando.
«Tu passami la palla e io mi calmo» risposi, e allora scattò la rissa e dovettero intervenire per dividerci.
Ma non era niente, solo la dimostrazione che avevamo tutti e due una mentalità vincente.
Non puoi essere gentile, in questo sport.
Se c’era qualcuno che lo sapeva, quello era Vieira: lui è il tipo che dà tutto in ogni situazione, e io vidi che impatto ebbe il suo arrivo su tutta la squadra.
Per pochi giocatori ho oggi lo stesso rispetto.”
[Zlatan Ibrahimovic]
Fonte: Autobiografia “Io, Ibra”.

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi risiede. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.