Roberto Baggio

“Quando giocavo nella formazione Giovanissimi del Caldogno il mio allenatore si chiamava Zenere, il fornaio del paese.
Una volta mi fece arrabbiare sul serio!
Era un martedì. Il sabato prima, avevo preferito andare a caccia con mio padre, piuttosto che giocare.
Non potevo dire di no a mio padre.
Zenere, che ai suoi tempi aveva giocato in serie D, quando mi vide arrivare all’allenamento, mi prese in giro:
«Toh chi si rivede, ecco Caccia e Pesca, bentornato!». Maledetto.
Mi aveva chiamato Caccia e Pesca, come si permetteva? Me ne andai furibondo.
Se oggi sono orgoglioso, e lo sono tanto, al tempo lo ero ancora di più.
Il sabato successivo si giocava una partita importante. Tre miei compagni di squadra vengono a chiamarmi a casa.
Gli rispondo, deciso: «Io non vengo».
Ore di discussioni, alla fine mi convincono.
Il presidente della squadra, l’idraulico del paese, prima della partita mi dice: «Vediamo che sai fare oggi, Caccia e Pesca».
Nel primo tempo, segno cinque gol.
Vado dal presidente, lo guardo e gli faccio: «Bastano così, o ne vuole altri?».
Per la cronaca, nel secondo tempo, ho segnato un’altra volta.
Finì 7-0.”
[Roberto Baggio]
Fonte: autobiografia “Una porta nel cielo”.

Pubblicato da Alessandro Lugli

Alessandro Lugli è nato a Napoli e ivi risiede. Poeta, giornalista pubblicista e cantante. Direttore di vari blog da lui creati.